Imagine robots. video, modelli e immagini da Leonardo al terzo Millennio

10 Set 2017
09.30 - 18.30
Palazzo Lanfranchi

Imagine robots. video, modelli e immagini da Leonardo al terzo Millennio

Organizzatore:
Prof. ALESSANDRO TOSI, Professore di Storia dell’Arte Moderna, Università di Pisa – Direttore Scientifico del Museo della Grafica di Palazzo Lanfranchi

Mostra di opere grafiche e multimediali sul tema della robotica.

Immaginario Robot

mostra in 2 SEZIONI a cura di

Nicola Micieli

promossa da

Fondazione Arpa, Pisa

 

Robot nell’immaginario artistico

Aitiani Bobò Borsacchi Breschi Calonaci

Cecchi D’Angiolo De Rosa Gasperini

Gennai Giannetti Giovannelli Locci

Masini Masoni Palladino Poggiali-Berlinghieri

Ruberti Sumberaz Zucconi Wang-Yu

 

Metropolis (1982-83)

Polittico in 13 stazioni di

Marco Fidolin

 

Nell’ambito del Primo Festival Internazionale della Robotica, promosso dal Comune di Pisa, dalla Fondazione Arpa, dall’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna e dal Centro Piaggio dell’Università di Pisa, una grande ribalta nella quale questa disciplina andrà in scena in tutti i suoi ambiti e applicazioni. Si va dai robot industriali e di servizio ai robot chirurgici, dalla domotica ai laboratori per bambini e ragazzi passando per convegni sulla roboetica e sulle diverse discipline artistiche nella cui progettazione, elaborazione e presentazione la robotica ha ormai un ruolo importante.

Tra le altre manifestazioni mirate al rapporto arte e robotica, la Fondazione Arpa ha voluto proporre la mostra Immaginario Robot, in due sezioni curate da Nicola Micieli, allestite al Museo della Grafica di Palazzo Lanfranchi, visitabile dall’8 settembre sino alla fine del mese.

La prima sezione, Robot nell’immaginario artistico, propone dipinti e sculture di ventuno artisti toscani: Aitiani Bobò Borsacchi Breschi Calonaci Cecchi D’Angiolo De Rosa Gasperini Gennai Giannetti Giovannelli Locci Masini Masoni Palladino Poggiali-Berlinghieri Ruberti Sumberaz Zucconi Wang-Yu. Nella fedeltà al proprio abituale linguaggio e mondo di visione, ogni artista lo ha immaginato come un luogo visitato dal robot o comunque ispirato a una suggestione, una riflessione, una relazioni formale e concettuale, una trasposizione ironica del sistema robotico immateriale, che connette e controlla il mondo globalizzato, e delle “macchine” intelligenti operative ormai in buona parte dell’apparato produttivo e dei servizi.

La seconda sezione, Metropolis, è un polittico in tredici stazioni nel quale agli inizi degli anni Ottanta, Marco Fidolini metteva a fuoco, tra metafisica e nuova oggettività, una visione metropolitana ad alto tasso tecnologico, in cui gli spazi in esterno e in interno appaiono abitati da strutture di servizio, macchine e oggetti che, nell’assenza totale dell’uomo, restituiscono un clima teso e drammatico, come un allarme, un’inquietudine, un presagio di alienazione urbana molto avvertita in quegli anni, come un pericolo di deriva dello sviluppo.